“We are one”, ovvero siamo un tutt’uno: a una settimana di distanza dalla “Cortona Week”, queste parole riecheggiano e risuonano ancora forti nella mia mente.

Nella splendida cornice del Monastero di San Leonardo al Palco, il Prof. Pier Luigi Luisi ha organizzato la 39a edizione della Cortona Week, che negli anni si è trasferita dalla sede storica di Cortona verso Todi, Pontignano ed infine Prato, sempre con il motto “Science and the Wholeness of Life”.

Un concentrato di arte, scienza, spiritualità, imprenditoria, con partecipanti da ogni angolo del mondo, distribuiti su tutte le età.

“We are all students”: con questo spirito di apertura e di ricerca, ho trascorso una settimana davvero unica nel suo genere. Appuntamento alle 7:30 del mattino, dentro la chiesa o nel giardino, per una sessione di canto con Tamar, artista neozelandese, o di meditazione e yoga con i due monaci indiani Varun e Vasudeva.

Passeggiata nel chiostro, due chiacchiere sotto i portici, colazione e pronti per la sessione mattutina, con interventi variegati di relatori e gruppi di discussione finali.

Stefano Mancuso ci ha portato nel meraviglioso mondo dell’intelligenza delle piante, che rappresentano l’87% della biomassa del pianeta. A differenza degli animali, che si possono muovere e quindi “scappare” da un problema, le piante per sopravvivere sono costrette a risolverlo, e a distribuire le loro funzioni per far fronte ad eventuali perdite.

Giovanni Scapagnini, ispirato da 20 mila leghe sotto i mari, ci ha parlato dell’importanza delle alghe e di come possano impattare nella longevità umana, intesa come maggior qualità di vita e non solo in durata.

Con Massimo Mercati abbiamo visto le organizzazioni come sistemi viventi, che impattano nella vision e mission come nello stile di leadership applicato, poggiandosi sui pilastri in prospettiva complessa di consistenza, umiltà e lavoro sodo.

Federico Faggin, presente per l’intera settimana, si è aperto a lunghe sessioni di domande e risposte, toccando i temi della coscienza, libero arbitrio, esperienze quantistiche private e simboli condivisibili. E’ stato un grande privilegio poter dialogare liberamente con lui una settimana dopo il webinar organizzato dal Complexity Institute con Giuseppe Zollo.

Cibo, esercizio e spiritualità con Franco Berrino, Spinoza con Jorg Rasche, ecologia e connessione con la natura con Susan Eirich, e non poteva mancare la nostra Marinella De Simone (che mio figlio Alberto, 3 anni, chiama la mamma della Complessità) che ci ha fatto riflettere sulle relazioni tra potere e intelligenza artificiale, aprendoci verso nuove prospettive e favorendo un dialogo generativo.

Appuntamento alle 15, sotto i portici del chiostro, per esplorare il mondo del mosaico liberando la propria creatività: è un grande onore essere stato invitato all’evento per la seconda volta per organizzare un atelier artistico. Una tessera, un pezzettino, che prende forma e si colora, decidendo di mostrare un aspetto del proprio mondo interiore, per interfacciarsi con gli altri e contribuire ad un qualcosa di più grande, insieme.

Ogni partecipante ha sviluppato un proprio percorso, scandendo il suo tempo alternandosi con workshop ed atelier di respirazione, scultura, aikido, pittura, calligrafia, percussioni, danza: il risultato è stato, come sempre, sorprendente, convogliato nello spettacolo della serata finale, dove chi ha voluto ha potuto donare un pezzettino della propria esperienza attraverso canti, recite (imperdibile il “Pinocchio” di Katriona ed Antonio), danze e musica dal vivo, incarnando lo spirito ed il collante che ci unisce.

“We are one”: grazie Luigi e a tutto lo staff, grazie Cortona!

Simone