Complexity Literacy Meeting 2016
“Capitano, Burocrate, Maestro o Regista? Un approccio complesso a quattro stili di leadership”
di Marinella De Simone, Dario Simoncini
Per il Complexity Literacy Meeting 2016, Marinella De Simone – Fondatrice del Complexity Institute e coordinatrice del Francisco Varela Project e della Complexity Management School – presenta come Autrice il Libro:
“Capitano, Burocrate, Maestro o Regista? Un approccio complesso a quattro stili di leadership”
di Marinella De Simone, Dario Simoncini
pubblicato nel 2014 per Guaraldi Editore
nella Collana “I Quaderni della Complessità”
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Breve descrizione dei contenuti del Libro (bandella laterale):
Secondo un approccio complesso, lo stile di leadership prende forma ed emerge a seconda di ciò che si fa, di come e dove lo si fa. Per ogni ambiente, il comportamento manifesta chi si è e per chi si sta agendo. Lo scopo di questo lavoro è far riconoscere al lettore i possibili stili dominanti di leadership. Attraverso il suo coinvolgimento nel gioco “Chi è il tuo Capo: Capitano, Burocrate, Maestro o Regista?”, vogliamo facilitare la comprensione dei caratteri distintivi di quattro diversi stili di leadership. Successivamente, attraverso la lettura delle differenti caratteristiche delle intelligenze relazionali, si definiscono i modelli organizzativi dominanti e gli stili di leadership collegati. Il lettore può così approfondire le caratteristiche del modello organizzativo collegato a ciascuno stile di leadership e verificare quali siano le competenze relazionali da attivare per favorire un cambiamento nell’ambiente in cui opera. Solo alla fine della lettura, la risposta al gioco!
Ecco come Marinella De Simone indica le possibili declinazioni in ambito sistemico di questo libro:
Il libro segue alcuni principi nella sua impostazione fondati sulla teoria della complessità, ed in particolare il principio della circolarità e dell’emergenza; già in apertura, ad esempio, viene proposto un gioco per comprendere lo stile di leadership del proprio ‘Capo’ – una sorta di breve test a cui il lettore può rispondere – formulato circolarmente tra il modo di agire del Lettore che risponde ed il modo in cui il suo Capo agisce nei suoi confronti.
Il modo in cui una persona esprime uno stile di leadership varia in funzione della rete di relazioni in cui è inserita e da come sceglie di agire, modificandone costantemente la dinamica. Si evidenzia perciò uno stretto legame tra azione della persona – analizzata sotto diversi aspetti, dal cosa si fa a come lo si fa a come si apprende nel fare – ed effetti dell’azione stessa sul contesto, sia interpersonale che ecosistemico. Sotto l’aspetto interpersonale, ad esempio, gli effetti riguardano, in particolare, il modo in cui gli altri si relazionano alla persona stessa, facendo da specchio alle sue azioni e generando aspettative di comportamento che avvalorano o modificano il suo stile di leadership.
Ma cosa determina lo stile di leadership che la persona sceglie di seguire quando agisce? Dalle sue capacità di riconoscere le reti di relazioni all’interno delle quali si muove e dall’agire conseguentemente. Queste capacità sono state chiamate nel testo “intelligenze relazionali” ed è la loro attivazione – il renderle quindi attive nell’azione che si compie – che fa emergere uno stile di leadership piuttosto che un altro, rendendolo coerente o meno con il contesto all’interno del quale la persona opera.
Cosa differenzia questo libro da altri testi dello stesso argomento?
Il presupposto da cui parte il libro è che non esiste uno stile di leadership definibile a priori come appartenente alla persona – un cliché ancora molto diffuso nella nostra cultura – quanto diversi stili di leadership che una persona può esprimere in relazione al contesto in cui si trova ad agire. Il contesto viene considerato sia da una prospettiva spazio-temporale – dove e quando si esplica lo stile di leadership – sia da una prospettiva interpersonale – con chi si sta interagendo. Il presupposto è pertanto di tipo complesso: l’organizzazione emerge dalle reti di relazioni che agiscono sia al suo interno che nel contesto più ampio in cui sta operando, l’ecosistema appunto.
Le intelligenze relazionali a cui fa riferimento il libro sono quattro: intelligenza emotiva, intelligenza sociale, intelligenza percettiva ed intelligenza collettiva. Alcune di queste – in particolare l’intelligenza emotiva – sono state studiate a fondo ed applicate nelle organizzazioni per migliorare il clima relazionale al loro interno; altre sono ancora poco conosciute, mentre potrebbero essere di grande aiuto per migliorare il benessere sociale.
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Per approfondimenti:
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Leggi su Wired “Anche nei coworking serve un leader”: clicca qui!
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