Dario Simoncini e Marinella De Simone relatori al Convegno Nazionale RAU 2024: un dialogo complesso su umanesimo e IA

 Il XXXII Convegno Nazionale organizzato dal RAU – Coordinamento Nazionale dei Responsabili Amministrativi delle Università italiane – è stato dedicato al tema: «Human Touch 2.0: Oltre l’IA nell’Università del domani»

 

Dal 7 al 9 novembre 2024 si è svolto presso l’Università di Siena il XXXII Convegno Nazionale RAU, un evento che ha riunito circa 400 partecipanti e tanti relatori e relatrici di rilievo, per esplorare il tema “Human Touch 2.0: oltre l’IA nell’università del domani”. Il convegno ha offerto una piattaforma di discussione sui cambiamenti in atto nel mondo accademico, esaminando come la crescente digitalizzazione e l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale (IA) possano integrarsi con i valori umanistici e con la centralità dell’uomo nel processo di innovazione.

L’evento ha rappresentato un’occasione unica per confrontarsi sul futuro dell’università e sulle modalità con cui IA e umanesimo possano dialogare costruttivamente, rafforzando l’approccio educativo e accademico dell’università del domani.

Tra gli interventi del Convegno, Dario Simoncini – Docente di Complexity Management – e Marinella De Simone – Presidente del Complexity Institute – hanno approfondito la tematica:

“Come coniugare umanesimo e intelligenza artificiale? Uno sguardo complesso”.

Questo argomento ha sollevato domande fondamentali su come l’IA possa arricchire l’interazione umana, mantenendo al centro i valori umanistici.

Come coniugare umanesimo e intelligenza artificiale? Uno sguardo complesso

Dario Simoncini ha illustrato come, in un approccio alla complessità fondato sull’interdipendenza, la relazione tra persone sia il fulcro dell’apprendimento. Nelle interazioni tra esseri umani, si sviluppa una metacomunicazione che arricchisce il rapporto attraverso un livello relazionale, generando significati profondi e condivisi. È proprio questa dimensione relazionale che alimenta l’autentico apprendimento e che rischia di venire progressivamente oscurata dall’interazione con le macchine.

Marinella De Simone ha invece affrontato la prospettiva della relazione persona–IA, evidenziando come questa interazione sia limitata al livello di contenuto, senza una vera generazione di significati. L’IA amplifica la capacità di elaborare e rielaborare contenuti, ma non può sostituire l’esperienza relazionale. Tuttavia, molte persone vivono l’interazione con l’Intelligenza Artificiale come se essa fosse consapevole e reciprocante, complice un’eccessiva fiducia nella tecnologia e una proiezione di significato sulle risposte automatiche delle macchine.

Questa differenza profonda tra le due prospettive può provocare un “spiazzamento” della relazione persona-persona, con un impoverimento delle qualità che rendono l’apprendimento umano unico. Dario Simoncini e Marinella De Simone hanno sottolineato la necessità di evitare tale spiazzamento attraverso un approccio educativo e formativo che riporti l’IA nel dominio generativo delle relazioni umane. Per fare ciò, occorre integrare in ogni disciplina un quadro interpretativo di tipo umanistico che unisca l’aspetto tecnico a una comprensione delle dinamiche relazionali, per formare competenze utili ad affrontare la complessità dei contesti umani.

per informazioni:
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