Questo scritto è la rielaborazione della sesta parte di un articolo precedentemente pubblicato nel 2016 all’interno del volume collettaneo “Polis Europa”, redatto a seguito di una conferenza internazionale.

Il tema trattato continua a mantenere una rilevanza significativa ancora oggi; anzi, in molti casi, ha acquisito un’importanza ancora maggiore rispetto a qualche anno fa. 

Europa come sistema complesso

6. L’Europa è all’interno del sistema complesso più vasto: la Terra

di Marinella De Simone

La Terra è il sistema più complesso che conosciamo, intesa non solo come ambito geo-politico, ma come pianeta tutto. I problemi da affrontare trascendono ormai i confini politici ed istituzionali, e non possono perciò essere affrontati dai singoli Stati separatamente o dai singoli organi istituzionali, spesso chiusi nella loro burocrazia interna. L’economia, la finanza, l’uso delle risorse, il traffico di armi e di droga, il terrorismo, le mafie, l’inquinamento, il riscaldamento globale, la deforestazione, i contagi, la sovrappopolazione, le guerre: sono tutti problemi che attraversano l’intero pianeta. I problemi sono globali, e tale deve essere il modo di affrontarli. 

Come afferma Ervin Laszlo: 

“Viviamo un’epoca cruciale – un’epoca di instabilità e cambiamento. Il futuro è aperto. Potremmo cadere nel caos e nella catastrofe oppure risollevarci con le nostre forze, verso un mondo pacifico e sostenibile. La scelta tra evoluzione e estinzione è reale. Abbiamo bisogno di capire come avviene e cosa comporta.”

È la sopravvivenza della specie umana a essere chiamata in causa, non come ipotesi lontana ed improbabile, ma nel breve termine ed a livello sistemico. Se fino a non molti anni fa la nostra sopravvivenza sembrava dipendere unicamente dall’equilibrio di forze fondato sul possibile uso delle armi nucleari, ora la crisi è multifattoriale e multi-livello. Ogni problema è intrecciato inestricabilmente agli altri, in una rete di interdipendenza reciproca che sembra paralizzare qualunque tipo di intelligenza e di azione.

Si parla ormai da qualche tempo di “declino degli Stati-Nazione” e di emergere di poteri altri. La frantumazione degli Stati lascia emergere poteri trasversali: etnie, religioni, fazioni, mafie, tribù, ma anche grandi imprese, mass media, ong, reti.
Sono in molti a parlare di mondo multipolare, mentre Parag Khanna, nel suo libro “Come si governa il mondo”, partendo dalla domanda: “Come può un’organizzazione nata per provvedere ai problemi degli Stati dotati di confini risolvere i problemi di un mondo senza confini?”, propone lo scenario, come futuro probabile che ci attende, di un nuovo Medioevo e di un ritorno al modello delle città-stato medievali italiane. Egli sostiene infatti che è impossibile riuscire a governare i problemi interconnessi a livello globale con la burocrazia delle organizzazioni internazionali impegnata solo su target ed obiettivi da raggiungere:

“Secondo il National Intelligence Council americano, nel 2025 il concetto stesso di un’unica “comunità internazionale” apparirà un’idea pittoresca e anacronistica. Nessun leviatano universale, nessun parlamento globale, nessuna egemonia americana potrà più trovarvi posto. Al contrario, ci stiamo muovendo nella direzione di un mondo frantumato, frammentato, ingovernabile, multipolare, o non-polare. Tutti questi aggettivi ci suggeriscono la realtà autentica del mondo che sta prendendo forma: quella di un nuovo Medioevo.”

Siamo perciò di fronte ad una situazione nuovamente all’orlo del caos nella storia non più solo europea, ma mondiale.
Dinnanzi allo sgretolarsi dei vecchi poteri sorretti da un establishment miope incapace di vedere l’interdipendenza dei fenomeni ed il loro evolversi, si apre l’abisso del caos apocalittico e del conflitto su scala mondiale; oppure l’emergere di un nuovo, possibile – per quanto improbabile – ordine dinamico che integri molteplicità ed unità, nuovi modelli di polis che connettono territori su scala globale, integrazione dei saperi e cooperazione: ovvero un agire ed un pensare che accomuni gli uomini nel mondo attraversandolo e connettendolo da parte a parte. 

Questo articolo è stato pubblicato in Polis Europa, Europäische Akademie Bozen, 2016

La foto di copertina è di djedj da Pixabay

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