Una Summer School dedicata alla gestione della complessità non può che applicare concretamente, sia nelle modalità degli interventi dei docenti e degli esperti, sia nelle modalità di apprendimento dei partecipanti, principi complessi che riflettano i presupposti su cui è fondata.
Modalità degli interventi – Gli interventi dei Docenti e degli Esperti sono spesso sovrapposti tra loro, poiché non seguono un percorso lineare predeterminato: hanno focus diversi, esperienze diverse, provenienza diversa – università italiana e non, imprenditori, manager di aziende di medie e grandi dimensioni – modi di presentarsi e di fare le loro relazioni diversi, e tutto ciò aiuta a non “affezionarsi” ad un unico punto di vista. La complessità è anche questo: cercare quali siano gli schemi ricorrenti, il filo rosso che collega i diversi interventi, le andate ed i ritorni dei diversi pensieri e delle diverse esperienze, momenti di scoraggiamento in cui sembra impossibile cambiare qualunque cosa che si alternano a momenti in cui si aprono proposte e nuove idee e nuovi collegamenti tra idee, desideri, aspettative e fatti, esempi concreti ed utopie.
Modalità di apprendimento – Certamente si tratta di un apprendimento “complesso”: durante tutta la Summer School si confrontano punti di vista diversi che non sempre sono coerenti tra loro, imparando così che non vi è un unico punto di vista che determini il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; si confrontano esperienze concrete ed approcci teorici, e non sempre il confronto è coerente, evidenziando spesso il divario che si apre tra teoria e prassi, tra ciò che sarebbe bene fare e ciò che realmente viene fatto nella vita di tutti i giorni nelle organizzazioni ed in ogni altro ambito sociale; si confrontano anche discipline diverse, poiché la complessità è una scienza non solo inter-disciplinare ma anche trans-disciplinare, ed il lavoro richiesto è quello di mettere in relazione le diverse discipline per cercarne i punti di contatto, le ricorrenze, gli schemi di pensiero sottostante e le “regole semplici” che le attraversano e che portano alla complessità dei sistemi che studiano.
L’apprendimento avviene proprio analizzando il divario che si apre tra i diversi approcci e le diverse discipline, tra la teoria che si insegna nelle aule e la pratica di vita quotidiana, dove le domande non hanno una risposta già preordinata che aspetta solo di essere espressa, ma che va cercata e trovata da ciascuno secondo la propria esperienza e conoscenza, ritenendola comunque una risposta provvisoria e non definitiva, in attesa di essere ulteriormente messa in discussione ed ampliata.
I momenti di aula sono importanti, ma altrettanto importanti sono i momenti fuori dall’aula: non si tratta solo di fare “networking” scambiandosi i propri biglietti da visita sperando di incontrarsi in altre occasioni, ma anche e soprattutto si tratta di conoscersi e parlarsi in situazioni informali: facendosi un caffè, mangiando insieme, fermandosi anche fino a tardi a parlare, passando una serata ad imparare il tango sul terrazzo con la luna piena, cucinando sotto la direzione di uno Chef oppure preparando cene orientali guidati da uno dei partecipanti, infine lavorando in gruppo per presentare una relazione finale che utilizzi quanto è emerso durante le giornate trascorse insieme.